Il 27 di maggio atterro a Barcellona, dopo 33 giorni in Brasile. Sull'aereo, durante un viaggio lungo e scomodo (la dannazione della classe turistica), vedo un film, "1 franco 14 pesetas", la storia di due emigranti spagnoli in Svizzera. Film banale, ma meritevole, perché tratta un tema troppo spesso dimenticato da coloro i quali oggi non hanno più bisogno di emigrare. "Non siamo di nessuna parte", dice la moglie di uno dei protagonisti seduta su una panchina del paesucolo alpino svizzero-tedesco in cui vivono. Io mi sento un po' così.
Comunque sia, il soggiorno a Sao Caetano è stato ampiamente positivo. Ho la sensazione di aver lasciato un lavoro ben fatto, con ovvi limiti, dopo aver formato 3 persone nella professione del "gestore di traduzioni". Oltre a ciò, ho avuto modo di conoscere un paese attraverso il contatto diretto con persone del luogo, che mi hanno offerto punti di vista differenti sui problemi attuali del Brasile, attuali e antichi al tempo stesso. Ho visto il risultato della colonizzazione (che noi europei studiamo a scuola appena dopo la preistoria) hic et nunc. E non è un bello spettacolo. Discriminazione e sperequazione della ricchezza, il famoso 90% nelle mani del 10% e il 90% con il restante 10%... Chiudo qua. Il discorso sarebbe lungo, comunque.
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