8 maggio 2006

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Domenica sera a São Caetano do Sul

Dalla finestra dell'hotel si spande un manto di luci che oltrepassa i limiti dell'orizzonte, inarrestabile. Cresce fino a riempire tutto lo spazio. Questa ipertrofia di edifici tutti diversi fra loro e' la marca della citta', e' la citta'. Per quello che ho visto finora, San Paolo e' una megalopoli decadente e rinascente al tempo stesso, con vestigia di un passato coloniale e proiezioni di un futuro fantascientico. Accanto ai marciapiedi sconnessi, ai muri senza intonaco, alle insegne dipinte a mano con lo spray, spiccano condomini recintati protetti da guardie armate. Graffiti runici ricoprono la totalita' dei palazzi abbandonati. E' strano, sono diversi da quelli europei, come se volessero rivendicare una loro unicita' almeno in questo. Questo, perche' il resto e' un sincretismo di culture europee e statunitensi: centri commerciali giganteschi, insegne al neon smisurate, chioschetti che vendono hot-dog, ma anche maggiolini e furgoni VW, FIAT, pizzerie italiane...

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