Bene, finalmente è ufficiale: dal 26 di luglio sono disoccupato.
In un momento di delirio, o meglio di "aggiustamento contabile" credo io, l'azienda per la quale lavoravo ha deciso di rescindere unilateralmente il mio contratto. Sarebbe una notizia dirompente se non fosse che, in vista di un prossimo trasferimento della sede ancor più in periferia, la mia intenzione era comunque quella di andarmene, probabilmente all'inizio del prossimo anno. In questo modo, visto che l'azienda ha riconosciuto il licenziamento come "unfair" ("improcedente" in spagnolo, "senza giusta causa" in italiano), mi spetta un indennizzo considerevole, uguale all'incirca a più di metà del mio stipendio annuale.
Indennizzo che, ovviamente, non avrei percepito se me ne fossi andato io.
Così, invece, a parte la naturale delusione per essere stato trattato "come un numero" e per essermi sentito dire che la ragione è una mia presunta "incapacità di amministrare il personale", insomma, smaltita la rabbia, credo che sia proprio la scossa di cui avevo bisogno.
Ora il futuro prossimo è: relax totale durante tutto agosto. Non abbiamo viaggi in vista, magari qualche gitarella nei dintorni di Barcellona. Sfrutterò il tempo libero per terminare alcuni dei mille progetti iniziati e mai terminati (ulteriori informazioni nei mesi a venire).
Dopo di che, ho due opzioni: spedire CV a tutte le agenzie di traduzione di Barcellona o mettermi a tradurre in proprio. La bilancia oscilla a favore di questa seconda scelta.
Bon, vado in spiaggia.
A presto.
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